Toscana Gran Tour_ Pt.2: Vallombrosa

Toscana Gran Tour_ Pt.2: Vallombrosa

Toscana Gran Tour: Vallombrosa

Gettando un occhio a ovest scorgerete un imponente massiccio che ‘taglia’ la visuale verso la Toscana. E’ il Pratomagno, la nostra prossima meta, ma non dobbiamo bruciare le tappe perché siamo appena entrati a Bibbiena  (425 msl) il centro più grande del Casentino con i suoi oltre 12mila abitanti (che hanno un po’ snaturato l’architettura del paese) considerato il  capoluogo della vallata.

Rituffati del colpo  nel traffico della nostra quotidianità dovremo districarci fra auto e furgoni per dirigerci verso Poppi lungo la Strada Regionale della Consuma, un comune entrato nel novero dei borghi più belli d’Italia.

Il borgo medievale, posto alla sommità di un colle, è inconfondibile per la presenza di un grande castello che domina su tutto l’antico abitato e su buona parte del Casentino. Il paese, cinto ancora dalle sue possenti mura, si presenta al visitatore con una bella e interessante armonia architettonica che rende particolarmente piacevole la sua visita. Poppi, a buon motivo, può essere considerato il gioiello architettonico di questa valle toscana in terra d’Arezzo, non a caso è stato inserito tra i Borghi più Belli d’Italia.

Senza dubbio l’elemento di maggiore attrazione e interesse di Poppi è il Castello dei Conti Guidi. Questo edificio risale al XIII secolo ed è uno dei monumenti più visitati dell’intera provincia aretina.

Il passo della Consuma (1050 slm) , un po’ troppo trafficato in verità, richiede tutta la nostra attenzione sino all’abitato che dà il nome al valico. E’ una piccola località climatica a metà fra le province di Firenze ed Arezzo.  Subito dopo il paese si lascia la strada regionale per imboccare la via Catena: siamo già nella Riserva naturale statale di Vallombrosa. E il nome non è stato posto a caso.  Il 95% della superficie della riserva è coperto da alberi, per lo più abeti, ma anche faggi e aceri, che danno rifugio a cinghiali, caprioli, lupi, scoiattoli e martore. In cielo saremo scortati da gheppi, sparvieri, picchi rossi e dal raro rampichino alpestre.

Ombre e sole giocano davanti alla nostra ruota in un susseguirsi di tornanti da affrontare a velocità ‘Stanzani’ per non bruciare tanta bellezza.Purtroppo pochi chilometri e si arriva all’abbazia che dà il nome a questi luoghi: Vallombrosa.

L’ Abbazia di Vallombrosa si trova in una piccola pianura, un’oasi di pace circondata da boschi rigogliosi.
L’Ordine Vallombrosano fu fondato da San Giovanni Gualberto, nato da un’illustre famiglia fiorentina, che nel 1036 si ritirò in eremitaggio proprio a Vallombrosa. Dopo un primo oratorio in legno, la comunità vallombrosana nel 1058 costruì una chiesa in pietra, che venne ampliata nel 1200 mentre prendeva corpo anche il monastero. Il chiostro grande, la sagrestia, la torre risalgono al XV secolo, anche solo nel primo Settecento la chiesa assume l’aspetto omogeneo e sontuoso che possiede ancora oggi.

 

Pier Luigi Martelli

 

Continua..

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