Le Marche ? Terra perfetta per gli amanti delle due ruote.
La conformazione geografica dolce, il susseguirsi di panorami che tolgono il fiato, la vicinanza di terra, mare, cielo, montagna, campagna: un concentrato unico al Mondo.
Non servono neanche le campagne pubblicitarie tanto decantate per invogliare a mettersi in viaggio.
Direzione Marche è una scelta quasi obbligata per chi ama l’avventura e il brivido dell’orizzonte da toccare con un dito con il motore che romba sotto.
Da nord a sud è tutto uno spettacolo.
Cerniera tra settentrione e meridione d’Italia, un crogiuolo di dialetti, tradizioni, costumi, sapori, sensazioni.
Una domenica in sella alla propria moto dal condine della Romagna verso il Montefeltro.
Lungo la costa che da Rimini porta a Pesaro e Fano e poi dritti spediti verso l’entroterra dove il sapore dell’aria si fa più frizzante calpestando con due ruote la strada che porta a Urbino.
L’asfalto è buono, la visuale eccellente.
Con un buon motore si arriva in fretta, spalancando gli occhi su una delle meraviglie italiane, l’odore della storia si annusa e si mescola a quello dei piatti della tradizione, Urbino è perla tra le perle, nella terra patria di moto e centauri.
A pochi chilometri di distanza c’è Tavullia, il borgo di Valentino; ogni casa sventola il 46 giallo e blu e un “The Doctor” dominante.
La gratitudine del Campione che ha reso famosa Tavullia in tutto il Mondo non sarà mai abbastanza ma è un borgo trasformato e dedicato al rombo delle moto. Si respira nell’aria e lungo la strada che porta a Gradara.
Gradara, un gioiello incastonato tra colline e montagne da cui si domina il Montefeltro e la cui vista si estende addirittura fin oltre il Conero nelle belle giornate limpide.
Le moto si inerpicano fin su sul borgo antico, da cui la passeggiata nel cuore di Paolo e Francesca affascina cuore e mente.
Scendere da Gradara per allungare lo sguardo e il gas verso il mare è un piacere!
Ma una volta arrivati non si può non cogliere un particolare: la costa non è tutta piatta e rettilinea.
Si ha l’affascinante pregio di intervallare tratti scoscesi e rocciosi a lingue di sabbia che si estendono verso nord e sud, guardando Fano e Senigallia, capitali del buon vivere e del divertimento estivo ma anche scrigni di un territorio che dalla Val Cesano all’Arceviese è un dolce susseguirsi di colline coltivate.
Vigneti, uliveti, si inerpicano offrendo alla vista immagini davvero rilassanti.
Le strade sembrano disegnate per un gita in moto.
Curve non troppo profonde, brevi tratti di rettilineo, asfalto per lo più drenante, piccoli bar che offrono ristoro.
Da Senigallia a Jesi passando per Morro D’Alba patria della Lacrima, il vino rosso e corposo che inebria, è una piacevole scoperta.
Dalla città di Federico II l’imbarazzo della scelta.
Verso la Val D’Esino dove le colline dominano fino a toccare le montagne dell’Appennino con un dito o voltando lo sguardo verso il mare, in direzione di Ancona dove si taglia all’orizzonte della SS 76 si innalza il Monte Conero.
Raggiungibile attraverso il capoluogo marchigiano tagliando all’esterno imboccando la statale Adriatica che conduce verso sud. Ma la vera leccornia per il palato è la strada del Conero che da Pietralacroce di Ancona conduce alla baia di Portonovo. Una strada meravigliosa e altrettando pericolosa perchè ricca di incroci ma che sembra fatta apposta per le moto.
Un itinerario unico con un finale favoloso: un affaccio in sella alla moto sulla baia di Portonovo, un tesoro inesauribile dove il mare e la natura hanno disegnato un connubio sensazionale.
Il Conero seziona le Marche e rende ancor più goloso il pensiero di quel che si nasconde a sud.
Transitando lungo la dorsale segnata dalla Statale Adriatica, lo sguardo viene inevitabilmente catturato da quel che si erge alle spalle: la maestosità della Basilica di Loreto, scrigno universale del cattolicesimo e dietro ancora, guidando lungo la strada totuosa che conduce a Recanati si odono gli echi delle melodie incantate del Leopardi.
Terra dolce e generosa come la sua gente, che accompagna i motociclisti in un viaggio voluttuoso verso Macerata, insinuandosi ancor di più attraverso la SS 77 verso Belforte di Chienti, il lago di Caccamo, Tolentino e Camerino.
Terre frustrate dal terremoto ma orgogliose e tenaci. Flotte di centauri hanno deciso di non mollare, ancor dopo le ferite del sisma, da questi paesi si domina il versante sud delle Marche.
Quello che guarda verso il Fermano e l’Ascolano, facilmente raggiungibile seguendo la rotta naturalistica di Fiastra, Ussita, Visso, Bolognola, dove di inverno i monti Sibillini sono spesso innevati, fino ad arrivare ad Arquata del Tronto.
Un percorso meraviglioso, una freccia che attraversa il cuore dell’Italia e delle Marche e che volge le spalle a ovest a Roma e a est ad Ascoli verso la costa a San Benedetto, facilmente raggiungibile prima attraverso la provinciale e poi con la statale che la connette ad Ascoli Piceno.
L’Abruzzo è lì ad un passo, come a nord lo era la Romagna.
continua ……. tratto da un testo del libro Transitalia Marathon “story of a dream”