Le corone della Madonna di Orsoleo – L’antico Monastero sulle colline Lucane
Il giorno 3 giugno 2017 l’ultima tappa dell’Italian Challenge partirà da Matera e terminerà a Policoro, una lunga giornata per viaggiare attraverso la Basilicata e i suoi tesori senza tempo. Sarà prevista una sosta presso l’antico monastero di Orsoleo che, a soli 4 chilometri dal centro abitato di Sant’Arcangelo, sulla collina regna sovrano il silenzio.
Il monastero fu edificato in epoca francescana a partire dal 1474, per diventare un centro di cultura, di educazione e di studio, accoglie oggi un allestimento polimediale, che facendo perno sulla memoria storica, documenti, narri ed evochi le antiche origini di culti praticati in queste terre a partire dai Santi bizantini nei secoli X-XI.
Le vicende storiche del monastero sono legate alla fondazione della basilica di cui è nota l’origine leggendaria. Dai documenti che riguardano la costruzione della chiesa e il toponimo Orsoleo si ricava che un certo Algio di Sant’Arcangelo vende per 200 ducati a Daniele Miles e al fratello Zaccaria prete un terreno “cum cripta sculpta” (con grotta scavata) per costruire una chiesa. La grotta, di cui si erano perse le tracce, è venuta alla luce, a seguito degli scavi di sistemazione e di restauro del complesso monastico, sotto il pavimento del lato est del monumento. La grotta, con volta a botte, successivamente sistemata con mattoni, è formata da tre ambienti. Nella grotta non si notano segni caratterizzanti un luogo di culto, salvo due piccole nicchie ben modellate ricavate all’interno del cellario. Ciò fa supporre che i monaci basiliani della zona, per riunirsi e pregare, utilizzavano la cappella di San Michele.
La costruzione del nuovo complesso monastico è avvolta da una leggenda riproposta in un quadro del pittore Michelangelo Scardaccione, (trafugato nel 1969). Raffigurava Eligio II della Marra che sulla sponda destra del fiume Agri, nel luogo dove fu poi edificato il palazzo del principe, affrontò il drago che si aggirava nella zona. Il principe, a cavallo di un destriero, impugnava una lancia per trafiggerlo. La Madonna di Orsoleo gli apparve infondendogli il coraggio necessario per sconfiggerlo. In segno di ringraziamento per l’aiuto ricevuto, fece edificare il convento. Le mascelle e le zanne del “drago” sono ancora appese al lato dell’altare. Altre leggende ancora riguardano la nascita del monastero dotato sin dalla sua fondazione di sufficienti mezzi finanziari e di altri beni.
Sul capo della statua della Madonna di Orsoleo e del bambin Gesù che tiene in braccio, si possono ammirare le corone d’oro e pietre preziose eseguite dall’artigiano Roberto Izzo, natio di Sant’arcangelo, che gli vennero commissionate dall’allora parroco Don Cesare, tramite l’oro donato per ex-voto intorno al 2005.
Le corone furono portate a Roma e fatte benedire da Papa Giovanni paolo II.
http://www.robertoizzo.it/scultoreorafo/gioiellisacri/