Castelvecchio Calvisio – Una natura unica nel cuore de L’Aquila

Castelvecchio Calvisio – Una natura unica nel cuore de L’Aquila

Ecco un altro fiore all’occhiello dell’Italian Challenge raccolto lungo il magico percorso che porterà i partecipanti dalla Romagna alla Basilicata.
Durante la seconda tappa che partirà da Campo Imperatore per raggiungere Campitello Matese, si aprirà la strada sull’antica Castelvecchio Calvisio che, tra i borghi Aquilani, merita un’attenzione particolare.
Incantevole Borgo medievale che si adagia su un colle a 1067 metri slm e si affaccia sulla splendida Valle de Tirino. La forma ellittica (a spina decumanica intersecata) del borgo fortificato rendono Castelvecchio Calvisio unico nel suo genere. Le strette stradine coperte da volte ed archi, con le caratteristiche case che si sviluppano su più livelli, raggiungibili grazie a ripide scale che poggiano su mensole dette “barbacani”, sono un’altra incantevole caratteristica dell’impianto urbanistico del borgo.
La funzione fortificata del borgo è resa evidente dalla presenza delle case-mura, dalle porte ingresso (storicamente) solo nel numero di due, e per la presenza di difese esterne costituite verso sud-est da percorsi di guardia interni (via delle Sentinelle su metà ellisse corre appena dietro le case mura e la torre di guardia) e verso nord-ovest da un fossato di guardia, superato solo da un ponte, probabilmente levatoio, in corrispondenza del Palazzo del Capitano. La struttura delle case mura segue l’andamento dell’ellisse, ma in modo cadenzato presenta dei piccoli corpi aggettanti che non sono altro che torri di guardia per il “tiro di fiancheggiamento”. Questi elementi ed altri rendono il borgo fortificato di Castelvecchio una vera e propria macchina di difesa, chiaramente dai mezzi di attacco dell’epoca (XIV-XV-XVI sec.).
Nel 1595 Castelvecchio aveva 700 abitanti dediti all’ agricoltura per i prodotti di prima necessità e a qualche piccola coltivazione di zafferano.
Nel 1810 Castelvecchio comprendeva 120 famiglie, cioè 552 abitanti.
All’inizio del novecento, e precisamente nel 1906, Castelvecchio acquista autonomia comunale staccandosi da Carapelle.

Nel 1993 nel corso di un’escursione naturalistica del WWF con Botanici dell’Università dell’Aquila, fu rinvenuto un campo fiorito di Adonis vernalis, pianta che si riteneva estinta da tutta l’Italia.
Oggi è la perla del Parco e ogni anno rinnova la sua splendida fioritura proprio a Castelvecchio Calvisio, nel Parco europeo più ricco di specie botaniche.
Castelvecchio Calvisio: il luogo adatto in cui rinascere.

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